Maria Grazia Cucinotta
Mai letto nient'altro che potesse rappresentare così perfettamente il mio pensiero, credo anche il vostro:
"Ogni epoca ha la propria Favolosa Nullità. E' un fenomeno che inesorabilmente colpisce tutti quelli che, quanto a divismo, contano qualcosa e credono di contare di più, quelli che non contano nulla, ma si comportano come se contassero, quelli che forse hanno contato, ma non contano da un pezzo e cominciano a sospettare di non aver contato mai. Esempio principe la carriera dell'arcitaliana Maria Grazia Cucinotta, una donna che rispecchia benissimo lo spirito dei tempi: non sa fare nulla, ma lo fa. Pur dotata dalla Natura sicula di enfasi corporea sormontata da una bellissima faccia da melanzana addormentata, di lei ricordiamo sempre e solo una particina nel sopravvalutato film di Troisi, "Il Postino". Quando poi è apparsa protagonista in "Italiani", filmetto allo sbadiglio di Maurizio Ponzi, la sedicente Loren 2OOO ha sprigionato veleno per il botteghino e tortura per il sedere. Nell'insostenibile "Camere da letto", l'apparizione muove la bocca, in alcuni momenti sembra quasi voler interpretare un ruolo, ma il volto di Maria Grazia in genere riesce a impedirglielo. E allora recita come un apparecchio telefonico. A scatti. E anche lo sguardo, più che fisso, ha un prefisso. Comunque, la colpa è della regista Simona Izzo: far recitare la Cucinotta è un esperimento contronatura, come costringere Pavarotti a cantare come i Cugini di Campagna. La Cucinotta è così: la conferma vivente di come la realtà, spesso, sia smodata e grottesca anche prima di passare attraverso i percorsi deformanti della satira. D'altra parte, destituita d'ogni ironia e autoironia, Maria Grazia Cucinotta colma questo vuoto con la pienezza di sé. Sospinta dalla turbina del mezzodivismo, viaggia costantemente a tre metri da terra, attorcinata intorno al proprio ombelico, il corpo come unico capitale. " Roberto d'Agostino.